Non c’è ordine nella quantità di cose che potrei raccontare, tutte accadute negli ultimi 3 o 4 giorni. Ma forse sarebbe meglio cominciare dall’inizio, cioè quando abbiamo preso il nostro volo destinazione Doha, Qatar, dove ci aspettava la coincidenza per Melbourne.
Inutile dire che l’ansia
non ci ha abbandonato un attimo, un po’ perché si stava realizzando il sogno
più grande che abbiamo mai avuto e i sogni, si sa, spesso faticano a
concretizzarsi, e un po’ per la consapevolezza delle lunghissime ore di viaggio
che avremmo dovuto affrontare, in aereo poi. Ed io, ormai lo sanno anche i
muri, non avevo mai volato prima. Scegliere un volo di 19 ore come primo volo è
un po’ radicale, ma meglio così, ho tirato via il dente con violenza.
Comunque, i controlli a
Fiumicino sono stati veloci e snelli e solo quando hanno cominciato ad imbarcare
ci è sembrato di prendere il trenino per la libertà, quella vera. Le prime 6
ore di volo sono andate più che bene. Certo il decollo è stato qualcosa di
davvero nuovo per me, ma i piloti di aereo sono piloti di aereo per una ragione
precisa e dunque non c’è stato nulla da temere. Le hostess erano tutte
asiatiche e bellissime, belle da rimanere incantati. Meno bella la loro
pronuncia inglese che assomigliava più allo squittio di un topolino che al
suono articolato di parole di senso compiuto.
Il tempo è trascorso
in serenità. Devo dire che tra l’altro la Qatar Airways, oltre ad un vasto
assortimento di bei film, ha anche una selezione musicale da far invidia ad un
cultore di musica. Dalla discografia completa dei Radiohead a Jeff Buckley,
Coldplay, I Doors, Pink Floyd, red Hot Chili Peppers, Beatles, Queen, Led
Zeppelin e se vi viene in mente qualcosa…..c’era.
Siamo partiti da Roma
alle 11.55 e alle 18.30 (ora locale) eravamo a Doha. Cominciava a fare buio e
siamo atterrati praticamente nel deserto. L’impatto con l’aria del Qatar è
stato forte. Una sferzata di aria calda e sabbiosa ci ha investito in pieno. L’aeroporto
di Doha è qualcosa di spettacolare.
Spettacolare è il suo
ordine, la sua pulizia e la vita che vi pullula dentro. All’improvviso ci siamo
trovati catapultati in un mondo che siamo abituati a vedere ai tg, che
pretendono di restituire stili di vita per mezzo di episodi di circostanza e
immagini di repertorio. Invece io sono rimasta affascinata dalla grandezza del
mondo che si manifestava in tutta la sua diversità accanto a me.
Abbiamo consumato una cena
tipica da fast food di aeroporto e mi è anche piaciuta.
Le smoking area dell’Amad International Airport però sono ciminiere, non c’è che dire! Sono piccole stanze come sale d’aspetto di uno studio medico con grossi posacenere disposti ovunque. E tutti si chiudono lì per fumare e poi andare via. Ci si siede e ci si somministra la propria dose di nicotina per lasciare poi il proprio posto a qualcun altro.
Le smoking area dell’Amad International Airport però sono ciminiere, non c’è che dire! Sono piccole stanze come sale d’aspetto di uno studio medico con grossi posacenere disposti ovunque. E tutti si chiudono lì per fumare e poi andare via. Ci si siede e ci si somministra la propria dose di nicotina per lasciare poi il proprio posto a qualcun altro.
To be continued...
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